Guardare. Pensare a guardare. Pensare di guardare.
Osservare. Guardare vedere. Osservare attentamente.
Io guardo te mentre vedi qualcuno che osserva uno spettatore.
Tentativi di varia natura di sopravvivenza ad una notte in nave senza che un letto o una poltrona sicura possa far da confortevole giaciglio.
Spalle al muro, aria condizionata incline a raffreddare ogni residuo di bollore estivo, con il pallido progetto di dormire su due poltrone da bar, sento lontane le eliche del traghetto che mi trasporta/ri-porta in Italia.
Poltroncine a schienale basso e media morbidezza. Finta pelle, tinta unica, azzurra o rosa.
Attorno ai tavoli circolari principalmente teste dormienti.
Dal mio punto privilegiato, pochi passi a sinistra del plasma a voce greca piazzato dove migliore è la visibilità per tutti gli avventori del bar, posso osservare.
Dall'angolo sinistro, in basso.
Coppia di cinquantenni. Già spenta. Lei copre anche il capo con una giacca a vento nera. Le gambe si allungano sulla poltrona che le sta di fronte.
E poi
C'è chi si abbandona a lunghi sbadigli. Chi, rassegnato alla scomodità, fissa dritto il vuoto che attornia i suoi piedi.
C'è chi fuma ad occhi chiusi, chi legge stancamente aiutandosi con lenti spesse colorate.
C'è chi di due poltrone ha fatto un letto.
Chi si copre con felpa. Chi dorme inclinando il capo, violentando il collo, accavallando le gambe.
C'è chi rimane a piedi nudi e chi conserva calzature pesanti. Chi fa il punto della situazione insieme ad un caffè, un collega, un pacco di Marlboro a fargli da trottola.
C'è chi chiacchiera. Chi dubita che sia permesso sostare in questo ambiente per l'intera notte. Ch'è chi dall'alto d'una giovane età ha bevuto troppo, s'indigna di non esser capito nella sua strana lingua, chiede un'altra vodka, finisce a camminar barcollando, a dormire in piedi.
C'è chi fuma l'ultima sigaretta. Chi si lecca i baffi pregustando una notte diversa, c'è chi spinge lo sguardo a terra e cerca uno spiraglio per i propri piedi. C'è chi ha voglia di baci anche a tarda ora. Chi s'innaffia il volto bevendo birra in lattina. Chi fa tintinnare lo scacciapensieri corfiota che fa roteare tra le dita.
C'è chi cambia posizione. Chi non l'ha mai trovata. Chi s'infila nel proprio sacco a pelo. C'è chi scrive con frenesia. Chi finisce di vedere Sex&the City alla tv. Chi si trastulla con il portatile. Chi aggiunge una maglia alle spalle infreddolite. Chi legge ad alta voce servendosi di lenti d'ingrandimento.
C'è chi ricapitola tutto il cibo ingerito durante la vacanza. Chi tra malinconia e solitudine s'autoscatta. Chi gioca meccanicamente a carte. Chi progetta ad alto volume il suo prossimo futuro delimitando lo spazio utile al riposo del corpo. C'è chi al bancone attende, schiena curva, barba bianca, occhiaie notevoli, che ancora qualche cliente chieda il suo aiuto. C'è una madre vigile che cura il sonno della figlia.
C'è qualcuno che tira ancora fuori del denaro. Chi passeggia nervosamente. Chi fa conoscenza. Chi arriva da un'altra stanza. C'è chi sbircia l'attività altrui. C'è un telefono che squilla. Più di una lingua corre nell'aria. C'è chi starnutisce. Chi sbadiglia. Chi si tiene la testa tra le mani. Chi ha mille pensieri in testa. C'è chi aspetta che io finisca per poter leggere ciò che ho scritto.
Ci sono Io.
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