Come società che ci tiene (e di questo ne va della sua sopravvivenza) ai rapporti con gli altri, così Sam agisce a irresponsabilità limitata. Tenendo conto che l'irresponsabile ha sempre qualcosa di urgente da non fare, che lavora per smarcamento, che, colpito da peccato d'ignavia, si defila, tentando di non dar notizia di sé ed uscendo dalla porta laterale, egli non fa come il cosiddetto stronzo, il quale cambia il discorso se non riesce a cambiarne di questo il pericoloso corso.
Tuttavia Sam, senza sfociare nel più cinico “me ne frego”, ha con l'attenzione cauta del responsabile un rapporto ambivalente, fatto di continui litigi con il “si deve” ed il “sarebbe il caso”. Non sa che farsene d'una strategia, poiché sempre in tal caso si tratterebbe di un velato tentativo di prevaricazione o di sopravvivenza in un mondo fatto di nemici più o meno dichiarati.
Sam tenta sempre di sbatter contro il muro del reale vivo nel quale le sue azioni lo fanno imbattere. Attende il responso dell'incontro, non vuole essere abile nel pre-vederlo. Sarà di questo responsabile?
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