Istruzioni a corto di serietà ad uso di facoltose menti spaventate dal vuoto.
Una volta che il pensiero si è arenato su scogli che, con il tasso alcolico di cui puoi fregiarti diventano di certo insormontabili, pesca dalla tua tasca tre monete d'egual diametro (o se vuoi saggiare la sensibilità del tuo colpo anche di peso e misure diverse), piazzale alla rinfusa sul tavolaccio umido da pub, ormai pieno d'asperità e di attrito, vittima degli avventori d'un sabato sera, ed inizia in buona compagnia a pianificare con metodo l'occupazione che ti trasporterà sino alle soglie dell'indomani.
A turno si tenterà d'infilare una delle tre monete tra le altre due, con un solo colpo, senza che ai giocatori sia consentito avventarsi sulla stessa moneta colpita per due volte di seguito.
A tal scopo ci si interroga sul da farsi. S'affinano le armi in campo.
Fare in modo che il proprio indice, piegandosi su sé stesso e aiutandosi con parte del pollice, si faccia strumento di precisione, molla umana capace di colpire con decisione una moneta di pochi millimetri di spessore, è impresa ardita nel caos generale d'una riunione alcolica legalizzata ma non certo ordinata. Ma cerca di scavare a fondo nel tuo serbatoio di pazienza, fino a recuperare un minimo di concentrazione tra urla, schiamazzi, bicchieri in corso di svuotamento, porte che s'aprono inavvertitamente sul gelo esterno e, non per ultima, una ansia da prestazione stemperata dall'amatorialità del caso ma non totalmente acquietata.
Riuscire ad entrare nel varco tra le altre monete diventa compito cui dedicarsi senza distrazioni. É ormai chiaro lo scopo dell'esperienza: riuscire a stare al centro. Fare centro. Essere al centro. Centrarsi. Riuscire a passare in mezzo. Senza tamponare i margini. Senza stentare nel tentativo. Senza scivolare a lato per aver sbagliato mira.
Convoglia tutte le tue abilità attorno a quel minimo gesto sul quale si incentra la tua riflessione.
Manomettere il proprio ruolo di semplice bevitore, manipolando l'esistenza di tre monete è esercizio d'abilità degno dei più raffinati giochi che le comunità negate alla sobrietà sono solite inventarsi in tempi di carestia mentale.
Si può scendere a patti con la strategia cinica che presiede il gioco. Si calcolano le vie possibili, quelle immaginarie, quelle proibite. Farsi furbo è azione consigliata ai più. Con astuzia porre ostacoli a chi ti segue. Viceversa sperare ingenuamente nella bontà di chi ti precede.
In caso d'errore c'è una sanzione da subire. Ma l'ammenda da pagare non è altro che il continuare a tracannare.
Come avvertimento per i meno lesti, si fa notare che la sottigliezza del passatempo s'avvertirà in tutta la sua eloquenza al momento di ritornar fuori dal gioco, per entrarne in uno più grande.
Trasferendo su scala umana il medesimo esempio di trastullamento festivo, ogni passo diventa teso ad disegnare tragitti o incrociare traiettorie senza toccarsi. Farsi birilli, a turno immobili, semoventi o assai dinamici del traffico generale di vite oggetti macchine e virtualità di diversa natura.
Capire dove potersi infilare. Spedirsi con decisione verso qualcun altro. O viceversa esitare nel farlo perché la tua molla è ammaccata o malfunzionante, perché manca di forza, di coraggio, di strategia.
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