sabato 18 ottobre 2008
Lascia tracce solo chi è irrintracciabile
Sam lascia tracce, un po' ovunque. Non vorrebbe sparire troppo presto. Non vorrebbe finire a esser contattato solo da se stesso. Sam propone e si propone. Alla tensione o all'attenzione. Al desiderio ed all'improperio.
Sam commenta ma non esprime opinioni, va a vedere ma non fa uscire fuori giudizi affrettati. Medita, rimastica e poi rimescola l'appena trascorso con quel che nella sua enciclopedia è in archivio già da tempo.
Pecca d'irrequietezza anche se appare quieto seduto in panchina, in pace con il mondo e con la sua interiorità. Freme d'attivismo inutile, di quel gioco al ricamo astratto che di tanto in tanto gli pare essere la lingua scritta.
Agisce sottotraccia, tacitamente lascia partire i suoi segnali. Attende risposte ma si sforza di pensare le sue azioni come un'offerta che non richieda una contropartita.
Prova ad allargare la sua visione delle cose e tenta di farsi osservatore ironicamente oggettivo del traffico che gli riempe le orecchie, quella sincopata disarmonia di motori e rumori, di strilli ed urla, di passi e tacchi, di umani e di non umani con la quale è solito ferire il suo corpo durante il soggiorno in città.
Come bicicli mutilati di ruote e sella, eppure ancora ben ancorati con catena al palo, noi persistiamo nel rito del chiuderci a chiave, sbandieriamo i nostri vessilli di privacy, delicatezza, imbarazzo e abbiamo cura di conservare la nostra sicurezza, la nostra integrità, salvo accorgersi fuori tempo massimo che gran parte di noi è già andato perduto, che i ladri son passati senza che ce ne si potesse render conto.
Passa con curiosità davanti lo specchio del suo nuovo riparo urbano. Fa in modo d'imbattersi in qualcuno che gli assomigli, là, oltre il vetro. Lo fa con piacere e passione, affinché con il suo presunto simile possa domandarsi vicendevolmente il perché di quel diffuso e continuo cercar soluzioni all'impossibile.
Un rodersi con insistenza che rende l'oggi nevrotico e non più pregno di quella grazia forse solo utopisticamente immaginata cui erano portatori i nostri predecessori, coloro che del lasciarsi semplicemente trasportare dalla corrente delle cose non facevano un problema d'insufficiente presenza in vita.
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