Sam tenta un nuovo record di profondità mentale, discesa a fondo in apnea in assetto variabile, trattenendo il respiro fino ad inevitabile scoppio di risa finale, giusto quanto dissacratore della serietà dei temi trattati, della gravità dei tempi attraversati.
Sam medita di compiere un atto deciso, un gesto di rivolta.
Pensa d'occupare sé stesso in risposta al suo atteggiamento passatista ed incapace di trasformare in rabbia produttiva tutto quel magmatico progettare cui destina le sue giornate.
Pensa ad un movimento di sensibilizzazione capace di rimettere in discussione quei provvedimenti presi senza attenzione che vanno ora subdolamente ridistribuendo le risorse in suo possesso, privilegiando l'alcol alla visione in sala, il discorso al tavolo piuttosto che quello con il libro.
Sam propone un'occupazione di sé stesso, poiché vede crescere in lui la tendenza all'amorale disimpegno che lo porta a far sì che siano gli altri a prendere decisioni e che sia lui a pagarne le conseguenze.
Pensa ad una sospensione delle attività usuali per permettersi di guardare intorno come la realtà si allontani da una facile ordinaria lettura, per provare a prender maggior coscienza del posto che occupa, di quello che non occupa.
Per mettersi davanti a quello che non lo preoccupa e decidere se trastullarsi ancora oppure non farlo più.
Naviga nel traffico e s' imbatte in camion a vela che veicolano muti messaggi d'ebbro folklore, sintomatico esempio dello stato turbolento delle nostre acque:
Santo Padre, la imploriamo, salvi noi tutti! Pubblichi l'intero terzo segreto di Fatima!
E poi, su lunghezza d'onda di altra portata:
1968. I sogni dei padri ricadono sui figli
Sam comprende che la sua barca a remi rischia di non reggere alle intemperie che stanno per giungere. Leggere, informarsi, partecipare indirettamente forse non è abbastanza per manifestare il suo dissenso e la sua presenza in mare aperto.
Non ora, non più.
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