Abitavamo lo stesso tempo, occupavamo lo stesso spazio, tracciavamo percorsi di fuga, non c'era aria che potesse atterrirci. Volavamo ad altezze diverse, ci incontravamo per errato calcolo, ci stupivamo della nostra presenza. Quelle ali non erano minacce né un periodo nero dell'essere, ma piuttosto il flusso incontrollabile d'una danza collettiva.
domenica 18 dicembre 2011
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