Io non so chi sono, io non sono chi so. io non so, io non sono. io sono io. sono io io? Non sono io. Io sono chi non so. Chi non so io sono. Chi sono io non so. Non so chi sono io. Smantellamento dell'identità. Si prova ad esser diversi e, nel ri-dirsi, nel de-finirsi e nel ri-scriversi, si finisce col ripetere sempre la stessa frase, la stessa fase. Declinarsi per rallentare il declino, prendere tempo cercandosi, fare del sé una (sov)versione comica.
giovedì 24 giugno 2010
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1 commento:
Gaspare Paolilli: "Accanto a questo discorso, c'è anche una situazioncina collaterale da aggiungere: io non ci capivo più niente anche sapendo chi ero, e anzi in tutto l'insieme non ci si capiva più niente perchè io non capivo più ciò che lei era o era diventata, e infatti come minimo non ci si capiva più, così io continuavo a ripetere ciò che credevo di essere o rappresentare ai miei occhi (e intanto facevo gli occhi storti); lei invece ripeteva sempre accenni a quello che eravamo stati (ripensando al lavello ingorgato) ma intanto lo faceva in modo inquietante, diverso da come me lo ricordavo quando non avevo il mal di testa. Uno dice: ma "il prima" non poteva essere stato tutto un sogno alla Marzullo? Beh, io risponderei che dipende da chi l'ha sognato! Se è stata lei, per ridiscutere chi sono io e tutti i miei contorni, e accomodarli secondo la sua visione alterata, questo non farà che stimolare in me percezioni immonde di come era lei al di là di come mi ero sforzato di vederla, scartando le macchie di olio sul gonnellino plissettato, le urla isteriche ogniqualvolta si pronunziava la parola "casalinga" e gli ammiccamenti agli stegosauri di passaggio. Se ora concludessi che potrebbe esistere un me stesso decentrato capace di apprezzare le impuntature ad oltranza, la mancata coordinazione motoria e le allusive gambe a compasso, ciò vorrebbe dire che un mio io rigoroso ma sfuggente sta cedendo il passo al punto di vista di un qualcun'"altro" che non sapevo di poter concepire finchè non mi sono accorto che voleva usarmi come un flipper scartando i miei io più egocentrici e dimostrando che tutto l'incubo era una dissimulazione allucinatoria proiettata dalla madre di lei, pazza, che in me vedeva la reincarnazione circense del marito. Poveraccio!"
il7 - Marco Settembre
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