Parole senza (un senso, la giusta ferocia o solamente un perché)
ovvero di come sia facile invertire l'ordine delle cose a pochi minuti dalle 3
Dove sono o dove si possono ancora trovare le corrispondenze biunivoche?
Benvenuti nel fertile deserto della notte, a 26 minuti dal prossimo N9 e a soli 4 dal precedente
Tra ombre claudicanti e fantasmi ebbri
tra straniere comitive eccitate e pendolari attardati
tra promesse e rinunce
tra proposte e fatiche
il freddo avanza anche a fine marzo
tra i fantocci del presente e le macerie elettorali
Tifiamo rivolta e cerchiamo conferme
[e se è il caso pisciamo indisturbati davanti l'ufficio informazioni]
dentro e fuori noi
vaghiamo a vuoto in abiti eleganti
No, non ci sono per nessuno
no, forse non sono proprio nessuno
La vetrina non è più in allestimento, i sorveglianti in uniforme messsaggiano al cellulare, i senza casa vomitano parole: take care, i respect you, so you respect me too!
E le intenzioni sono sempre ulteriori.
No, non voglio un taxi
Non voglio un passaggio
Semmai solo un assaggio
di come saremmo, di come potremmo
Scusa, quale autobus va ad Ostia? Chiedi tu, io non so parlare bene...Prendi questo, poi scendi a Piazza Venezia e cerca di catturare l'N3!
Ma si, ci piace Godard anche dopo un litro di vino. Soprattutto e ancora.
Ma si, nel Lazio era lecito sperare, e continuarsi a dimenare.
Poteva andare peggio?!? No! Scrisse Altan e nella notte mi si riferisce
Ma si, mi piace prendere il notturno all'una.
Ma si, mi piace prender le cose per quel che non sono, farmi trasportare, da quattro ruote, da un volto o da un pensiero
tra i ritardatari e gli attardati
tra gli incompresi e gli altrimenti adatti
Siamo al capolinea
cerchiamo un inizio
vogliamo un indizio
Le mie parole sono sassi
Le mie immagini sono schiaffi
e forse cerco solo incendi in cui tuffarmi per bruciare con una certa indisturbata intensità.
E allora rubiamo, raccogliamo e deprediamo quello che occhi e orecchie catturano, gioco sfinito eppure infinito del radunare oggetti trovati - Socrateeeee – per smembrarli e ricomporli, trasferirli e riadattarli.
Sento un'eco
e non è della mia voce
Sento dei tacchi
e non son quelli
delle mie
scarpe.
Stiamo all'erta, gli sfoghi son senza valvole
e la fermata è prenotata
Presto si scende per non andar da nessuna parte.
E in fondo, la via che cerchi non è d'uscita
E in fondo, cosa possiamo farci noi (che non sappiamo cosa sia l'audacia)
La speranza è una trappola, e il paese che la vota è un incubo.
Ci siamo quasi. All'inizio o alla fine.
No, non ci credo
No, non mi credo.
Dove sono o dove si possono ancora trovare le corrispondenze biunivoche?
Benvenuti nel fertile deserto della notte, a 26 minuti dal prossimo N9 e a soli 4 dal precedente
Tra ombre claudicanti e fantasmi ebbri
tra straniere comitive eccitate e pendolari attardati
tra promesse e rinunce
tra proposte e fatiche
il freddo avanza anche a fine marzo
tra i fantocci del presente e le macerie elettorali
Tifiamo rivolta e cerchiamo conferme
[e se è il caso pisciamo indisturbati davanti l'ufficio informazioni]
dentro e fuori noi
vaghiamo a vuoto in abiti eleganti
No, non ci sono per nessuno
no, forse non sono proprio nessuno
La vetrina non è più in allestimento, i sorveglianti in uniforme messsaggiano al cellulare, i senza casa vomitano parole: take care, i respect you, so you respect me too!
E le intenzioni sono sempre ulteriori.
No, non voglio un taxi
Non voglio un passaggio
Semmai solo un assaggio
di come saremmo, di come potremmo
Scusa, quale autobus va ad Ostia? Chiedi tu, io non so parlare bene...Prendi questo, poi scendi a Piazza Venezia e cerca di catturare l'N3!
Ma si, ci piace Godard anche dopo un litro di vino. Soprattutto e ancora.
Ma si, nel Lazio era lecito sperare, e continuarsi a dimenare.
Poteva andare peggio?!? No! Scrisse Altan e nella notte mi si riferisce
Ma si, mi piace prendere il notturno all'una.
Ma si, mi piace prender le cose per quel che non sono, farmi trasportare, da quattro ruote, da un volto o da un pensiero
tra i ritardatari e gli attardati
tra gli incompresi e gli altrimenti adatti
Siamo al capolinea
cerchiamo un inizio
vogliamo un indizio
Le mie parole sono sassi
Le mie immagini sono schiaffi
e forse cerco solo incendi in cui tuffarmi per bruciare con una certa indisturbata intensità.
E allora rubiamo, raccogliamo e deprediamo quello che occhi e orecchie catturano, gioco sfinito eppure infinito del radunare oggetti trovati - Socrateeeee – per smembrarli e ricomporli, trasferirli e riadattarli.
Sento un'eco
e non è della mia voce
Sento dei tacchi
e non son quelli
delle mie
scarpe.
Stiamo all'erta, gli sfoghi son senza valvole
e la fermata è prenotata
Presto si scende per non andar da nessuna parte.
E in fondo, la via che cerchi non è d'uscita
E in fondo, cosa possiamo farci noi (che non sappiamo cosa sia l'audacia)
La speranza è una trappola, e il paese che la vota è un incubo.
Ci siamo quasi. All'inizio o alla fine.
No, non ci credo
No, non mi credo.
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