mercoledì 30 dicembre 2009

Infestati


Siamo noi il presepe vivente! Nel frullato delle feste, in un ripetuto day after, nel protrarsi delle notti e nell'assottigliarsi della luce, nella convalescenza instabile da ritorno a casa, nel gioco del ripetersi differente dei propri passi. Tra alluvioni alcoliche che confondono i piani, metton la testa fuori dal solito posto, rinegoziano le gerarchie tra lancette d'orologio e battito interiore.

Cercatori distratti e ostinati del senso incompiuto, riuniti in un punto di ritrovo per perdersi meglio arrivando fino alla fine della prossima alba.

Tra galleggianti e schermi protettivi, tra proposte e date di scadenza, tra mattonelle occupate da vite passate e sedie barcollanti. Tra storie di gatti e di coppie. Tra un “a che punto c'eravamo lasciati” e il “com'è bello adesso esserci ritrovati”.

In uno spazio-tempo di s-frenato raccoglimento, aspettando l'esondazione della volontà fuori dagli argini della cordialità, scontrandoci con lo stappar sugheri bucati a morte, con il concerto di voci volti e storie intorno ad un cerchio, con il passeggiar disinibito d'uno sguardo verso l'altro, con un “ quale musica stanno ascoltando le tue orecchie”, con uno shalom con h a sorpresa o con un “cosa dire, chi meglio di Tarantino può travolger la storia e lo spettatore!”.

Apriamo le finestre, c'è bisogno di aria affinché i sentimenti possano rischiare di contagiarsi con la dovuta facilità!

E allora, quando ci vediamo per tutto il tempo che ci resta o per tutta la vita che abbiamo davanti?



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