Passeggeri precari di questo tragitto digitalmente compromesso, senza posto (a sedere) in questo viaggio alquanto manomesso, flessibili nel piegarsi di ginocchia e di volontà, irriducibili smobilitatori di incerte energie.
Posti precari, non assegnabili, rassegnati a essere di nessuno. Né impiegati né dipendenti né tanto meno liberi professionisti.
Identità precarie sovrapposte sdoppiate e sinestetiche, in cerca di fusione e di moltiplicazione d'orizzonti più che di impieghi.
Siamo assunti e non lo sappiamo. C'è una parte di noi che paga ad insaputa delle nostre tasche.
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