mercoledì 17 dicembre 2008

Collocamenti


Sam consulta il suo ufficio di disorientamento preferito, quello che ha sede instabile sopra il suo cuscino ed orario di ricevimento tra il tramonto della ragione ed il risveglio della stessa.
Gli si offrono delle nuove inedite professioni, il cui valore esistenziale non è da tralasciare.

L'impiego di chi lavora come scaricatore di pesi e responsabilità al porto al quale attraccano le sue stesse inquietudini gli pare il più accattivante. I suddetti turbamenti vanno a riempire dei conteiner dalle rigide pareti, fatti trasferire su convogli in cui altri individui si prendono l'onere di farsene custodi ed insieme carcerieri, e poi fatti partire mal celando un gran sospiro di sollievo.

Altro fascino ha chi s'installa nei pressi d'una porta e può far del suo sguardo attento uno strumento produttivo.
Ma chi fanno uscire gli uscieri? In uno slancio volitivo Sam confessa che gli piacerebbe farsi usciere del pensiero, in modo da poter visionare con attenzione tutto ciò che giornalmente fugge via dal suo cervello (e quello che ne prende il posto).
É tale organo come grande albergo, dove c'è chi sosta per lungo tempo, chi è in partenza, chi in arrivo. Chi chiede il permesso e chi invece fa irruzione con la forza. Chi viene pagato e chi invece paga pegno per aver soggiornato in luoghi tanto esclusivi.

Ma a ragion veduta all'ufficio si consiglia a Sam d'aver per committente solo sé stesso. Quando è l'Io a manovrarne le azioni, gli impone quasi di non (r)aggiungere più altro, d'accomodarsi ed accontentarsi d'essere, quietando quel suo voler sommare un altro granello a quelli che presume d'aver già intascato nella controversa storia del genere umano.

"Rimani a guardare, poiché questo basta, poiché è più saggio e sicuro. Che tu sei comodo, sei messo bene, e non hai bisogno d'altro!"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l'immobilità, stare a guadar(si) forse solo questo è conveniente?senza inserire (re)azione nel pensiero? chi sa forse basterebbe a soddisfarci. pensieri pieni come sempre amico mio

Anonimo ha detto...

ecco, quando vado in giro a dire che in rete ci son persone che scrivono bene e sperimentano cose nuove, che si possono furire su web anche meglio che sulla carta, mi riferisco a persone come te. complimenti.
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