lunedì 28 luglio 2008

Diario di spiaggia.

Impressioni accaldate d'un ritorno alla presunta quiete meridionale


Sam toglie la testa dall'acqua, si sfila gli occhialini, arresta la sua corsa per un istante. Ora che il suo capo emerge isolato nel vasto spazio blu cullato dal vento si augura che qualche gabbiano dal grosso becco ne approfitti per fare di questo cranio ormai in fumo il prelibato piatto di giornata.

Ricorda un po' turbato di quando non c'era necessità di pensare al fiato, d'elemosinare le forze, di misurarsi, poiché il corpo offriva tutto quello che gli si chiedeva.

Oggi, così messo, galleggiante, titubante eppur fiducioso, gambe che spingono ritmicamente verso il basso, corrente parzialmente ostica da contrastare, cerca d''orientarsi, di fare il punto della situazione dopo venti minuti di navigazione. L'orizzonte è immerso nella foschia, non altro che un blu di differenti tonalità, diversa purezza e gradazione, a farla da padrone in questo precario luogo in cui finalmente mi ritrovo pieno di vuoto.

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