giovedì 26 dicembre 2013

IL SOFFIO DELLO SPAZIO VUOTO

Il più grande dei mali che colpiscono gli uomini è forse la riduzione della loro esistenza allo stato di organo servile.  (G B)



Pazzia. Un tema assegnato da affrontare e combattere, tra mala educazione estetica e il dissacrar serenità fanatiche. Tra inquisitori di encefali e vanagloria attoriale. Tra tesori nascosti dall'evidenza, racconti di corse di cavalli e di rievocazioni storiche, tra tonnare a pagamento, ortopedia dell'anima e quel che resta di Giovanni Bosco, quello dotato d'altra santità, sulle facciate delle vie.

Era anarchico quel cane, per questo l'hanno ammazzato. Era il cane del paese, e l'hanno steso accelerando in curva in piena notte.
Storie tangenti di pazzie latenti e manifeste, arrivate troppo tardi per essere riprese. I pazzi li si vede bene dall'alto, son quelli che hanno fatto cementificare gli argini del castello per farne - lì dove ci si poteva tuffare – un ripulito passaggio per mezzi a motore? Oppure son quelli che avvelenato i cani randagi. I pazzi son quelli che credono nell'inclusione e nell'esclusione, sono quelli che vivono del miraggio del mondo del cinema come novelli Lamberto Maggiorani.


Il soffio dello spazio vuoto, il mancamento di basi solide. Ripartire dallo smarrimento di s-categorizzarsi di s-giudicarci.
Un incitamento a cercar coordinate di senso lì dove son caduti gli schemi di giudizio e i protocolli operativi, giocando con il proprio nomen omen, Un'indagine sulla normalità (e/o sulla normatività) compiuta con il procedimento compositivo tipico di una mente Insana. Tra Rezza e Herzog, ringraziando George Bataille e Jerzy Skolimowski.


Quando la notte farà sciopero
noi non ci saremo
non ci staremo

L'avremo assassinata la regolarità
ghigliottina la responsabilità

fuor di legge
ci sospenderemo

che fretta abbiamo d'andare

da nessuna parte?

Nessun commento: