domenica 19 dicembre 2010

Un lungo giocare lucido LP



Un lungo giocare lucido

rovinoso collage dal sottosuolo

intorno alla confezione domenicale 12 12 10 komakino



This is the hour when the mysteries emerge.
A strangeness so hard to reflect.
A moment so moving, goes straight to your heart,
The vision has never been met.
The attraction is held like a weight deep inside,
Something I'll never forget.



All'amato me stesso

augurerei

un po' più di radicalità


di punk qui ho visto

o meglio udito

solo alcuni rutti


SE ACCENDONO LE STELLE

SIGNIFICA CHE QUALCUNO

NE HA BISOGNO?



e poi invece una stanza decorata di mille vuoti a perdere ad alta gradazione

tutti ben in posa

nessun vetro incrinato o frantumato

nessuna lacerazione dello status quo attoriale


SIGNIFICA CHE QUALCUNO

CHIAMA PERLE QUESTI PICCOLI SPUTI?


un campionatore di suoni

un basso dissonante

la recita dell'errore e non l'errore in evidenza

il barcollamento della trama


dov'è l'idea registica alla base di tutto?


Dov'è la base registica dell'idea?


Dov'è il tutto?


IL CRANIO BRILLA

PUR NASCOSTO FRA LE GAMBE


E quell'unico momento di presenza

con tre dallo stomaco impegnato a ingurgitare lentamente bevande

lentamente

fine lato A

eccezionale rispecchiamento della nostra bivaccante condizione attuale

stanchezza esistenziale e ferite del cuore

concerto sconcertato scordato

ma la violenza dov'è?

Ma l'irruenza cos'è?


Fate irruzione tra di noi, non aspettate che vi aprano la porta


Diapositive

ruggiti mugolanti

uno sbando moderato

uno sballo rimandato


URLO RIME AL FRASTUONO DEL MONDO


Majakovski che si sparò per il fallimento d'una rivoluzione

e noi qui chiniamo la testa in cerca d'applausi


lieto fine senza danni e senza incrinazioni

revival spettacolare un po' vintage un po' azzeccato



The pattern is set, her reaction will start,
Complete but rejected too soon.
Looking ahead in the grip of each fear,
Recalls the life that we knew.
The shadow that stood by the side of the road,
Always reminds me of you.


Un prosecco prima un merlot dopo. Guardate come siamo bravi a farci offrrrrire da bereeee da una ciurma di attenti spettatori parzialmente sconosciuti. In realtà nemmeno tanto. Qui tra neon gelidi e interruzioni moleste, modeste, facciamo solo finta d'ubrrrriacarci. L'alcool lo reggiamo fino ad un certo punto e il palco ancor meno. Siamo veri solo quando ci riposiamo, confessiamo stanchezza somatizzandola e non simulandola.

Poi, lo sappiamo, non possiamo certo farci arrestare da tecnici o gendarmi per danni fisici o morali allo spazio e ai convenuti. Invitanti siamo stati invitati. Abbiamo occupato il rettangolo metateatrale dei nostri vuoti, abbiamo proposto una fruizione più rock, abbiamo alzato il volume, abbiamo spento le luci consegnandovi alle nostre parole disagiate e ai vostri battiti stanchi. E poi no, non abbiamo mai pensato di spararci come Majakovskij. Non c'è più nessuna rivoluzione da piangere o affermare. Ci sono solo dieci e più pesanti sacchi di bottiglie da smaltire, due casse da smontare, un magnifico prezioso telo bianco che fu di Leo da riavvolgere e riportare a casa.


E poi c'è solo un n11 ancora da aspettare, pronosticando al gelo di via Induno quale dei barboni questa volta bisognerà evitare. E no, un gesto d'affetto non è il caso, siamo troppo stanchi per pensare anche a noi e alle nostre reciprocità.



ORA CHE LA FINE È VICINA

AFFRONTO L'ULTIMO SIPARIO


All'odiato me stesso

alla mia testa deleteria

pregasi astenersi da gusti e disgusti

da preferenze e inferenze

e dire ancora e godardianamente

quello che c'è tra le cose

e niente di più

e niente di meno



How can I find the right way to control,
All the conflicts inside, all the problems beside,
As the questions arise, and the answers don't fit,
Into my way of things,
Into my way of things.


VOLEVO RUMORE E VITA VERA

VOLEVO TUTTO

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