venerdì 17 ottobre 2008

Anatomia della sprovvedutezza


Nei pressi di chi s'appresta ad iniziar il discorso si registra sovente una perturbante perdita del soggetto, o meglio una moltiplicazione e successiva dispersione dello stesso, in favore d'uno smarrimento che non è quello della pecora, ma piuttosto quello dell'errante, felice di non sapere dove andare, come farlo, con quale parte di sé procedere.

Le modificazioni cui va incontro, suo malgrado, la direzione del proprio irrisolto ed irresoluto discorso interiore, il livello variabile della coscienza, quello dell'entusiasmo, quello della pazienza, ed ancora i gradi diversi di accessibilità delle mete cui con una certa approssimazione egli vorrebbe approdare, ne modellano persistentemente i confini, rendendo vago il suo agire, meditabondo e poco chiaro il suo procedere.

Il disordine come motore dell'azione e dell'inattività fa sì ch'egli veda impiegar i suoi giorni a cercar quello che avrebbe dovuto non perdere, non tralasciare, non dimenticare molto tempo prima.

Attitudine squalificante poiché altamente improduttiva secondo i canoni correnti d'efficienza monetizzabile, il lasciar le cose fuori posto gli apre tuttavia la strada per un approccio inedito e ricco di sorprese verso quel che attornia la sua vita di ordinatore di disorganizzazione tra oggetti, di cacciatore d'immagini e di corrispondenze, di viaggiatore dotato di mente ma ben avviato a farsi all'occorrenza macchina in cortocircuito tra le macchine in marcia, congegno senza regole all'interno del sistema.

Egli agisce tentando di ribaltare l'ordine delle cose, facendo in modo che ciò che appare segno di squilibrio e di reticenza all'impegno regolare, diventi in tal modo strumento di rivendicazione per un differente percorso esistenziale.

Non sente l'esigenza di facili ombrelli, a protezione della sua labile integrità. Preferisce piuttosto che la vita gli piova addosso, lo immerga di stimoli, lo coinvolga nell'impeto del suo costante turbinio cangiante. Non sta fermo in tettoia ad attender che la tempesta sia passata, bensì s'impegna affinché la sua solidarietà con gli agenti atmosferici non risulti vana.

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