domenica 24 agosto 2008

Il pregiudicato


E poi Sam è un molestatore di pensieri. Li maltratta, li avvelena, li deforma, li declina secondo le deliranti esigenze del momento. Più volte denunciato per uso improprio di sostantivi e già nel recinto del linguaggio per violenza aggravata al verbo avere, egli non desiste minimamente dal suo comportamento s-regolato nei confronti delle convenzioni del rapportarsi civile e comprensibile tra homo sapiens sapiens. Sia messo agli atti che Sam fa uso improprio anche delle parole altrui, ne calunnia il significato in modo sconveniente e deliberato e nonostante la sua particolare valenza estetica di oggi non deve ritenersi per nulla giustificato.

In seguito ad un periodo di reclusione in terra straniera, la sua struttura comunicativa soffre ora acutamente di disturbi molteplici al momento di districarsi nella giungla dei pronomi personali.

L'altro giorno lo si è sentito urlare disperatamente in pubblico. Con fare delirante chiedeva aiuto a qualcuno gridandogli: Portami con me!>.

Nell'accorgersi che era dunque ad un suo se stesso che lo strano soggetto rivolgeva l'accorato appello, Sam iniziò a barcollare, palesando improvvisamente sintomi da svenimento inatteso di capacità cognitive. Incerto sul da farsi, rivolse, secondo declinazioni pronominali corrette da buon senso, attente suppliche agli organi del suo corpo e così ai sensi, per ricavare tempo al suo destino, che già lo vede camminatore maldestro

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