martedì 21 maggio 2013

SONO MARCE LE TABELLE DI MARCIA

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sono marce le tabelle di marcia






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3 commenti:

il7 ha detto...

Da una tabella a un'altra, tutto marcio.

È molto difficile stabilire un percorso che sia coerente con una propria linea di pensiero semplice e limpida, oppure questa difficoltà è solo frutto del solito corposo e subdolo sabotaggio articolato contro il nostro senso di legittima autonomia? Cercate di farvi voi un'idea a partire da questo episodio: Tullio Gremenzuoli, di ritorno da un'avventura ai limiti del reale di cui aveva intuito i contorni ma di cui francamente si sentiva stufo, se ne stava ora a letto cercando di prendere sonno, ma non ci riusciva, e cercando di conciliare sé stesso con un Morfeo persecutorio, cercò piuttosto debolmente, di incolpare parzialmente sua moglie che invece ronfava piuttosto sonoramente sul cuscino accanto al suo. Poi lei si alzò, senza neanche uno sbadiglio, e cominciò ad armeggiare per casa con una serie di attrezzi per la pulizia degli stracci, e ogni tanto gettava uno sguardo su di lui, avvolto disordinatamente tra le lenzuola. Secondo la tabella di marcia, lui avrebbe dovuto alzarsi, a quell'ora, e riprendere la sua vita reale, anche se secondo molti non era entusiasmante; eppure lui era ancora bloccato tra il desiderio coscenzioso eppure ostinato di dormire, e quello anarchico menefreghista di alzarsi dal letto ancora insonnolito e fare qualcosa di incauto ma che gli desse un piacere azzardato. Alla fine decise di restare a letto e di far finta di dornmire, in modo che almeno la moglie potesse stare più o meno tranquilla e fare tutte le sue faccenduole senza essere costretta a confrontarsi con le Stranezze esalanti dalla vita del marito. Di quel passo, però, e secondo quella tabella di marcia, che appena stilata già stava diventando marcescente, Tullio si addormentò sul serio e sognò, cosa che secondo lui, nel dormiveglia, poteva rappresentare una pericolosa deviazione dalla norma. Iniziò sognando che chiamava la moglie per avvisarla del fatto che in realtà ancora non era riuscito a prendere sonno, e questo malgrado fosse andato a letto alle 22:30 ed ora fossero le 8:00 del mattino. Ma la moglie sembrava non intendesse dare importanza al suo flebile richiamo: "Evelindra…" Nulla; lei piegava bottiglie di plastica, allineava pezzi di vecchgi cassetti, puliva i basamenti di paralumi a forma di lavandino, stirava cuscini di pizzo usando masterizzatori esterni fuori uso ma caldi-caldi, e intanto scalpitava per tutte le stanze calpestando zampironi.
FINE PARTE 1

il7 ha detto...

PARTE 2:
Lui si stava rassegnando a questa situazione da pesce rosso nella boccia, quando lei iniziò ad esagerare: lungo tutti e due i lunghi corridoi di casa portava su e giù dei motorini truccati ma lucidissimi, prototipi nuovi che all'occorrenza potevano anche prendere il volo dalle metropolitane, e poi metteva su dei pezzi avvitabili l'un sull'altro di costumi studiati per solcare le nuvole quando queste si abbassano nelle tarde serate autunnali. Insomma, sua moglie stava creando e lanciando dei nuovi business, e lui faceva la figura dello scoglionato che se ne stava a letto a pensare e ripensare chissà a che, magari neanche a quello che gli era successo o che pensava che gli fosse successo, ma forse solo a tenere accostate tra loro le dita di ciascuno dei due piedi, cose così; già, di certo i primi clienti della moglie avrebbero creduto che lui passava il tempo a rigirarsi gli alluci nell'ombelico, a perdersi nella sua avanzata perdizione. In qualche strano modo, però, qualche grappolo di neuroni gli diede la forza di inabissarsi in quella situazione comprendendola meglio e trovando una possibile risposta adattiva: anche se era abbastanza magro, scostò a fatica le lenzuola e la copertina da involtino di pupattolo, mosse le gambe di lato, le slanciò in modo arruffato fuori dal bordo del letto, si alzò infine in piedi barcollando per i primi quattro-cinque passi, poi si infilò una maglietta blu notte sbracciata, andò alla porta di casa dove sentiva che la moglie stava lustrando il parabrezza di un motorino anfibio con dei puntali aerodinamici flessuosi, e disse: "Ehm, so che avrai qualcosa da ridire, ma lascia che accolga io i clenti" "Eh? Ma perché?" chiese la moglie, indaffarata a pulire le superfici lucide del motorspeedo con un panno di fibra sintetica. "Sì, mi presento io, perché anch'io sono anfibio, anch'io sono flessuoso"; detto ciò, si accarezzò da solo le braccine magre da ragazzetta ventitreenne, e tirando in su l'orlo degli shorts del pigiama si sgambò ancora di più il completino improvvisato da pin-up, poi aprì la porta, e al pianerottolo già pieno di tre-quattro tizi, dall'architetto al medico dell'esercito, si rivolse generalmente con un: "Secondo me questa trovata è decisamente troppo per i miei gusti, ma se voi sognate più una pollastrella magrolina e accattivante, più che un motorino di nuova concezione, io mi faccio anche ammirare per cinque minuti, e poi me ne torno a letto, perché ho ancora sonno. Chi vuole guardare bene come sporgo in fuori la gambetta snella, metta qui sopra il tappetino dell'uscio 30 Euro e io farò finta che sia tutto normale. Se invece preferite i motorini per il planaggio elicoidale o i costumi avvitati per le presentazioni nell'Accademia Aeronautica da Meccano-Batman, allora niente: io me ne frego, non ho per niente fantasie omosex, ma anzi rimpiango i tempi in cui certe puledrine mi davano retta, e perciò diciamo che abbiamo scherzato: vado a letto, magari stavolta riesco a prendere sonno e a sognarne una, ma dato che le tabelle di marcia, come le buone intenzioni, marciscono, speriamo soprattutto, che piuttosto io non vi risucchi tutti in uno dei miei incubi multistrato strozzabudella, così poi finalmente tutti voi capireste finalmente che cosa si prova!"

il7 - Marco Settembre

il7 ha detto...

PARTE 2: (versione leggermente korretta)
Lui si stava rassegnando a questa situazione da pesce rosso nella boccia oculare, quando lei iniziò ad esagerare: lungo tutti e due i lunghi corridoi di casa portava su e giù dei motorini truccati ma lucidissimi, prototipi nuovi che all'occorrenza potevano anche prendere il volo dalle metropolitane, e poi metteva su dei pezzi avvitabili l'un sull'altro di costumi studiati per solcare le nuvole quando queste si abbassano nelle tarde serate autunnali. Insomma, sua moglie stava creando e lanciando dei nuovi business, e lui faceva la figura dello scoglionato che se ne stava a letto a pensare e ripensare chissà a che, magari neanche a quello che gli era successo o che pensava che gli fosse successo, ma forse solo a tenere accostate tra loro le dita di ciascuno dei due piedi, cose così; già, di certo i primi clienti della moglie avrebbero creduto che lui passava il tempo a rigirarsi gli alluci nell'ombelico, a perdersi nella sua avanzata perdizione. In qualche strano modo, però, qualche grappolo di neuroni gli diede la forza di inabissarsi in quella situazione comprendendola meglio e trovando una possibile risposta adattiva: anche se era abbastanza magro, scostò a fatica le lenzuola e la copertina da involtino di pupattolo, mosse le gambe di lato, le slanciò in modo arruffato fuori dal bordo del letto, si alzò infine in piedi barcollando per i primi quattro-cinque passi, poi si infilò una maglietta blu notte sbracciata, andò alla porta di casa dove sentiva che la moglie stava lustrando il parabrezza di un motorino anfibio con dei puntali aerodinamici flessuosi, e disse: "Ehm, so che avrai qualcosa da ridire, ma lascia che accolga io i clenti" "Eh? Ma perché?" chiese la moglie, indaffarata a pulire le superfici lucide del motorspeedo con un panno di fibra sintetica. "Sì, mi presento io, perché anch'io sono anfibio, anch'io sono flessuoso"; detto ciò, si accarezzò da solo le braccine magre da ragazzetta ventitreenne, e tirando in su l'orlo degli shorts del pigiama si sgambò ancora di più il completino improvvisato da pin-up, poi aprì la porta, e al pianerottolo già pieno di tre-quattro tizi, dall'architetto al medico dell'esercito, si rivolse generalmente con un: "Secondo me questa trovata è decisamente troppo per i miei gusti, ma se voi sognate più una pollastrella magrolina e accattivante, che non un motorino di nuova concezione, io mi faccio anche ammirare per cinque minuti, e poi me ne torno a letto, perché ho ancora sonno. Chi vuole guardare bene come sporgo in fuori la gambetta snella, metta qui sopra il tappetino dell'uscio 30 Euro e io farò finta che sia tutto normale, purché si svolga tutto all'insegna del "guardare ma non toccare". Se invece preferite i motorini per il planaggio elicoidale o i costumi avvitati per le presentazioni nell'Accademia Aeronautica da Meccano-Batman, allora niente: io me ne frego, non ho per niente fantasie omosex, cari giuggioloni borghesi, ma anzi rimpiango i tempi in cui certe puledrine davano retta A ME!, e perciò diciamo che abbiamo scherzato: vado a letto, magari stavolta riesco a prendere sonno e a sognarne una, di quelle donzellette bisbetiche, ma - dato che le tabelle di marcia, come le buone intenzioni, marciscono - speriamo soprattutto che io piuttosto non vi risucchi tutti in uno dei miei incubi multistrato strozzabudella, perché poi finalmente tutti voi capireste che cosa si prova!"

il7 - Marco Settembre

ven 23/8/2013 16:18
23 agosto 2013 16:35