martedì 1 giugno 2010

In utile

Della temeraria e mai conclusa riconquista del linguaggio, corpo tipografico (e non solo) vilipeso dalla funzione comunicativa pre-assegnatale in tempi di segnaletica rigida delle proprie mosse (motorie e mentali).
Una volta composte, costrette dall'ortopedia sintattica ad accomodarsi in rigide sedie regolative, le parole si adagiano dove la lingua le porta e dimenticano di come il senso uccida il suono.
Ma quello che vogliamo non è dire.
Ed è graziandole d'un fuori posto, fuori tempo, fuori programma, in condizioni impervie e poco intellegibili, che si dona loro il pregio e l'onore di risvegliarsi non più congelate e intorpidite.


2 commenti:

il7 ha detto...

Da il7
in nome del ridondante e farlocco Progetto NO

E' una autentica disdetta che individui non facilmente inquadrabili come questo Sam (sicuramente un nome fittizio) evitino di far danni affidandosi ad una retorica sproloquiante e bulimica che compie la prefazione a se stessa insistendo in uno sforzo, ancora così poco rassegnato, di produrre un allineamento concettualmente dissonante, nella sua coerenza, di proponimenti ed intendimenti a cui un essere umano utopisticamente preciso non oserebbe dar seguito, pur dopo averne circumnavigato mentalmente i contorni, attratto dal vuoto endemico all'interno. Infatti, non di rado, nella intemerata e budellona prassi formativa del Progetto NO, cui offro i miei servigi come Direttore del Dipartimento Divulgazione, ci è capitato di sobillare per puro caso spiriti imbelli che non aspettavano altro per scatenare i loro discutibili talenti distruggendo formicai, facendo profondi buchi nell'acqua sporca, o fornicando con infide vergini dopo aver sorseggiato latte e menta. Non ce ne siamo pentiti perchè, anche se non siamo riusciti a spingerli all'estremo, cioè all'ottundimento del senso istituzionale di falsamente probi viri, abbiamo comunque ottenuto dei disastri simbolicamente fondamentali per l'involuzione contemporanea, benchè inutili da un punto di vista minimale. Al massimo costoro sono arrivati al punto, in effetti, di ritirarsi dalla vita pubblica e dal baretto di quartiere ripiegando sulla lotta senza quartiere (appunto) contro le apparenze fantasmatiche della loro informe dimensione privata; valga per tutti l'esempio di Agenore Castrolini, che pur di iniziare una carriera di sabotatore, tappò con nastro isolante il tubo di scarico della propria lavatrice ottenendo il terzo divorzio consecutivo. Invece, nel caso specifico dell'entità ipotetico-cibernetica chiamata Sam, ci stupisce, essendo essa sfuggita inopinatamente alle nostre reti, non tanto che la sua inclinazione speculativa l'abbia "salvato dalla strada" distraendolo dall'idea di randellare adolescenti bovini o di mettersi a giocare a tennis sul marciapiede, ma piuttosto che la paradossalità disgregante delle sue formulazioni in tema di linguistica spostata non gli sia valsa a trascinare nell'afasìa quelle fette di popolazione che già sono incerte sull'indirizzo da dare alle loro conversazioni poco brillanti, oppure quei gruppi sociali che meditano di far scivolare il sistema-paese nella dittatura della ribalderia più ovvia. Noi confidiamo quindi che, scatenandosi in dissertazioni sempre più "laterali" e ritorte, l'autore delle comunicazioni pubblicate su questo blog possa rendersi almeno inavvertitamente complice di una deriva totalitaria verso il dubbio inteso come inclinazione paralizzante verso una riflessione fuorviante ma seria, perciò percepita come profondamente inutile da chi neanche s'affanna più.

il7 - Marco Settembre

il7 ha detto...

Inoltre, essendo anche le forme più coatte di letteratura l'espressione di una intimità in lotta tra esigenza di scrivere ed esigenza di leggere (perchè, al minimo, anche l'autore babbeo legge quello che scrive, se non altro mentre lo scrive), bisogna ritenere che anche le distinzioni concettuali e fonetiche più evasive, definite all'interno della lingua stessa o sia pure di un idioletto rabberciato, o durante un goffo tentativo di capire ciò che si pensa e di esprimere la pena che ciò produce, vanno tutte calcolate come forme strategiche inconsce di lotta contro parte di se stessi. E bisogna altresì calcolare che questo non è inutile in senso etimologico, perchè non si sottrae all'uso (ecco!) arbitrario che altri esseri, compresi quelli che dicono di venire da Urano, fanno dei nostri termini-concetti producendo interpretazioni aberranti degne della più celebrata letteratura. Infatti, accanto a gente che ritiene che di ciò di cui non si può parlare occorre tacere, e accanto agli impegnati che credono che di ciò di cui non si può tacere si deve parlare, esistono frotte di vandali che pensano che occorre tacere di ciò di cui non si potrebbe, per parlare. Ed è come inquinare la giungla!

il7 - Marco Settembre