giovedì 28 agosto 2008

Focolai


...Si intercettano mine vaganti nelle notti insonni d'un cercatore...

Vorrei segnalare il principio di un incendio.

Dove si trova? DOVE, DOVE?

Nel mio corpo, fate presto, è ormai nei pressi del mio povero cuore!

Venite subito a spegnermi, ve ne prego!!!

Ma ne è certo? Non si tratta d'un semplice fuocherello passeggero? Dell'accendersi d'una miccia che già intravede il suo termine??

Noooo, è certo! Nessun dubbio! Sto bruciando follemente, e non trovo alcun estintore adatto al caso. Non si tratta di combustione lenta, questa volta è qualcosa di non prevedibile e non arginabile che sta attaccando le mie difese....

Si calmi, si calmi, la prego. Farebbe bene a raffreddarsi un po'!!!

Mi dica, chi ha appiccato l'incendio?? Non sarà stato proprio lei stesso a provocarlo???

Ho forti dubbi che lei abbia ragione, non so controllare più le mie azioni, potrei esser diventato piromane di me stesso...

Venite a spegnermi, vi pregooooo!!!!

martedì 26 agosto 2008

Di cosa parliamo quando non sappiamo (di cosa parlare)


Il discorso sulle possibilità di un discorso emerge come salvifico accorgimento metalinguistico nei dintorni dei volenterosi d' intenzioni e tuttavia poveri d' ispirazioni.

Meglio degli arrampicatori di specchi, con qualche slancio in più dei cani che si mordono tautologicamente la coda, tali artigiani armati d'inchiostro s'infangano con una certa delizia nella melma logica, cercando con moderata disperazione il modo meno vergognoso di sorreggere la conversazione che grava sulle loro spalle.

Si impantanano nella palude del dizionario, tentano d'andar oltre la mera funzione fatica del linguaggio rinvenendo insperati espedienti nel gioco di sguardi ed in quello di gesti. Il senso di colpa d'una mancata armonia dialogica sembra appartener loro come una tara storica .

Masochisticamente e con orrore del vuoto persistono fino a riempire di segni e significati ogni tasca ed ogni spazio, mangiano parole fino ad appesantirsi, giungere all'indigestione, approdare al punto in cui si riconosce aver incontrato l'amaro bivio del non poter far altro che zittirsi o affondare.




domenica 24 agosto 2008

Il pregiudicato


E poi Sam è un molestatore di pensieri. Li maltratta, li avvelena, li deforma, li declina secondo le deliranti esigenze del momento. Più volte denunciato per uso improprio di sostantivi e già nel recinto del linguaggio per violenza aggravata al verbo avere, egli non desiste minimamente dal suo comportamento s-regolato nei confronti delle convenzioni del rapportarsi civile e comprensibile tra homo sapiens sapiens. Sia messo agli atti che Sam fa uso improprio anche delle parole altrui, ne calunnia il significato in modo sconveniente e deliberato e nonostante la sua particolare valenza estetica di oggi non deve ritenersi per nulla giustificato.

In seguito ad un periodo di reclusione in terra straniera, la sua struttura comunicativa soffre ora acutamente di disturbi molteplici al momento di districarsi nella giungla dei pronomi personali.

L'altro giorno lo si è sentito urlare disperatamente in pubblico. Con fare delirante chiedeva aiuto a qualcuno gridandogli: Portami con me!>.

Nell'accorgersi che era dunque ad un suo se stesso che lo strano soggetto rivolgeva l'accorato appello, Sam iniziò a barcollare, palesando improvvisamente sintomi da svenimento inatteso di capacità cognitive. Incerto sul da farsi, rivolse, secondo declinazioni pronominali corrette da buon senso, attente suppliche agli organi del suo corpo e così ai sensi, per ricavare tempo al suo destino, che già lo vede camminatore maldestro

sabato 23 agosto 2008

Sor-ridere


Sorridere o meglio: Ridere
amabilmente appassionatamente
Deridere
chi si spinge
a pensarsi serio
chi si dipinge meritevole d'onori
chi si modella degno di un certo rispetto



Ah Ah Ah Ah
in faccia a chi s'incazza
A chi con disgusto dalla prima fila
s'affaccia.
A chi nell'abuso di potere
sguazza
A chi in mezzo al caos
non sa attivarsi
A chi seppur tentato
non sa tentarsi

A chi m'ingiuria con un
c'hai rotto il cazzo
A chi bruscamente voltandosi
nasconde i propri sbadigli
A chi cela palpebre spente
sotto lenti annerite dalla vergogna.

S'annunciano intemperie

Attenzione risate improvvise
non giustificate non spiegabili
sincopate parzialmente isteriche
dotate di forte carica eversiva
di gioia di felicità di pazzia
arma non strategica non prudente
non sistematica
nutrita solo d'assente
preterintenzionalità
ad uso selvaggio
e non condizionato
d'ogni cercatore di contatti

giovedì 21 agosto 2008

L'origine di qualcosa


Qualcosa nacque un po' di tempo fa, quando alla profondità del sentire si sostituì la il gioco stentato della superficie approssimata, nel momento in cui il chiacchiericcio ingenuo prese il sopravvento sul silenzio contemplante.

Questo molto vago motto iniziò progressivamente e senza sosta ancora persiste nella sua perfida azione dell'infilarsi. In ogni discorso, in ogni abbozzo di concetto, in ogni tentativo d'instaurare una relazione solida, in ogni passo fatto verso una meta non sicura.

Qualcosa s'insinuò e fu la fine della certezza. E fu l'inizio del qualcosismo.

“Dimmi qualcosa!!!!!” divenne l'urlo più inflazionato tra chi tremava al solo pensiero di non dir nulla.


sabato 9 agosto 2008

Dovrei iniziare


Cercasi parole nascoste, fuggite da una bocca in attimi di prosperosa quiete, figlie di quella claustrofobia delle idee che nega la permanenza prolungata del pensiero in superficie. Stavo proprio per iniziare, e poi un attimo solo, una pausa inaspettata, uno spiacevole inconveniente, una distrazione. Una falsa partenza e la memoria vola via, prende il largo prima che ce ne si accorga. E non ci si ricorda più di quel che si voleva dire. Non lo si pensa più. Ci si dirige altrove senza comprenderne le pulsioni, le causalità, le possibili ritorsioni.

Si finisce per confessare mestamente “questa idea l'avevo già sentita, l'avevo già letta, persino l'avevo già detta, ma non ricordo quando, non ricordo come, non so precisamente di cosa si trattasse”. La vaghezza invade il tuo percorso, lo riempe di fascino e mistero, ma anche di ondeggiamenti oscuri, di presentimenti tipici del mai più sarà come prima.

Dovrei iniziare, prima di dimenticare di volerlo fare.

martedì 5 agosto 2008

Diario di spiaggia. Prove

Prova balneare di conquista del relax lungamente agognato. Sforzo immane corroborato da dose non indifferente di sonnolenza pomeridiana, da fatica post nuoto, da occhi chiusi ed orecchie tese ad intendere nient'altro che il cullante rumore del mare.

Schiamazzo familiare in misura ragionevolmente tollerabile, leggero vento sulla pelle, raggi solari che dimenticano l'aggressività di altre annate per accomodarsi sulla cute senza violenza.

La situazione si presenta adatta Sensi dunque inclini ad assopirsi, a prender congedo per alcuni frangenti dal mondo esteriore.

Mi fermo, lascio che il corpo diventi tutt'uno con la sabbia, non reagisco ad altri stimoli se non al condiviso desiderio d'ogni mente di spegnersi una volta compreso quanto sia faticoso lasciar acceso il pensiero.

domenica 3 agosto 2008

Late Night Thoughts


La colpa è dei sensi se si sbatte forte ad un muro senza farci caso. La colpa è nei sensi se si perde la ragione insieme alla direzione. Una volta accortosi di come sia facile e pericoloso procurarsi ammaccature e fratture sulla fronte e nel cuore, si sosta ormai con un certo abbandono nei pressi di discorsi che restano dal carattere ipotetico, dal sapore utopico, dall'andatura ondeggiante di chi ha perso un appiglio.

Contrappasso dell'ispirazione più feconda, la notte è piena di desideri in forma di spiriti alati che ti ruotano intorno come le Furie di mitologica memoria, ti tormentano e fanno di tutto per morderti, azzannare la tua volontà, sfinirla, renderla claudicante delirante accecante.

venerdì 1 agosto 2008

Avanzare


Decidi di passare al livello superiore. O più umilmente: ad un livello altro. Allora ti stacchi dalla quotidiana chiacchiera, dall'additarsi, indicarsi, limitarsi, recensirsi e definirsi.

Lentamente quel che occupa la superficie lascia spazio, vergognandosi della sua stessa vacuità, ad una ricerca più viscerale, oscura e paziente. Inchiesta interiore rigorosa e profonda: infinita e senza limite, e senza barriere.

Ti senti sott'acqua (piuttosto che sotto la pioggia)

Levi in alto il capo, ed il guscio-cielo che ci contiene ritorna sempre inedito.